Per rappresentare una scena agreste Giansisto Gasparini si serve di un’invenzione narrativa.
Inverte, cioè, la funzione “reale” delle due fi nestre che affi an-cano l’opera ed “apre” una fi nestra nel muro per uscire verso i campi, anziché entrare nelle stanze.
L’autore inquadra un volto all’interno di una ipotizzata casa colonica, mostra appoggiati al muro alcuni attrezzi e alcuni indumenti, tratteggia segni di un’attività normale, come la corda infi lata nell’anello, e inquadra un albero spoglio sullo sfondo.
Il grande portale è attraversato da una sbarra su cui si è posato un colombo.
Ai piedi della porta, un uomo e una donna compiono un’azio-ne collegata al lavoro: l’uomo sta avvicinando un mestolo ad una brocca per cogliere acqua ed in spalla porta un forcone. La donna, a lui di fronte, è la portatrice del piccolo bidone metallico contente acqua fresca.
Il murale utilizza la tecnica del graffito.